Brexit or not Brexit

Non tutti sanno che…

Il 23 giugno è il giorno in cui il popolo britannico sancirà la propria permanenza o uscita dell’Unione Europea attraverso un referendum.
Brexit è una parola composta da Britain (Regno Unito) e exit (uscita), il termine con cui si fa riferimento ad una possibile uscita della Gran Bretagna dall’Europa. Si parla da tempo di questa eventualità, ma non è mai stata così probabile come in questo momento storico.

Nuovi scenari possibili

Cosa cambierà per i viaggiatori italiani?

Con l’uscita dall’Europa non sarà più cosi semplice muoversi da e per la Gran Bretagna, perché non basterà più esibire semplicemente il passaporto o carta di identità, ma ogni cittadino dovrà ottenere un permesso per entrare nel Regno Unito che stabilirà quanto tempo sarà possibile restare nel Paese rispettando le norme britanniche sull’immigrazione.

Per chi vive già nel Regno Unito

La differenza per chi vive già in Gran Bretagna la farà il fatto di essere residente o meno, perché non conteranno gli anni trascorsi sul territorio, ma il fatto di essere registrati. Tutti coloro che non rispondono a tale requisito, che si trovino li da anni oppure appena arrivati, saranno soggetti ai controlli sull’immigrazione.
Chi vive sul territorio UK per lavoro, nell’eventualità lo perdesse avrà soli 60 giorni di tempo per cercarne un altro prima di essere espulso.

Matrimoni e benefit

La situazione cambierà anche sul versante delle unioni, perché se un britannico sposerà un italiano, quest’ultimo dovrà richiedere un permesso per vivere nel Regno Unito e non avrà più la possibilità di ottenere i benefit, cioè quegli aiuti economici che il Governo rilascia abbastanza facilmente in questo momento.

Sicurezza

Con la Brexit si avranno ripercussioni persino sulla nostra sicurezza, perché sarà difficile far estradare in Italia un eventuale criminale che si trova sul territorio UK, cosa invece molto semplice con l’attuale mandato d’arresto europeo.

Vista l’eventualità, l’unica cosa da fare è munirsi di passaporto, incrociare le dita e sperare che il 23 giugno resti semplicemente il 174° giorno dell’anno e non una nuova data storica da ricordare.