Una società sempre più multietnica come la nostra è anche multilingue, per cui il multilinguismo è da considerarsi un dato di fatto e una fortuna per chi ha la possibilità di nascere in una famiglia composta da genitori che parlano lingue differenti. Ma anche la volontà, sempre più crescente, di far apprendere precocemente al proprio figlio una nuova lingua risulta una scelta vincente.
Lo sapevi che il linguaggio influenza il pensiero?
Per questo crescere apprendendo due lingue è certamente garanzia di un bagaglio di capacità cognitive più ampio e duttili rispetto a chi invece conosce un solo modo di esprimersi. Fare esperienza di bilinguismo sviluppa maggiormente le capacità selettive del sistema uditivo, migliora l’attenzione, amplia le capacità di problem solving e garantisce la possibilità di riuscire a svolgere più mansioni allo stesso tempo.
È ormai superata la credenza secondo la quale sarebbe meglio per i bambini apprendere una secondo idioma in età scolare, perché una lingua appresa prima dei 3 anni viene rappresentata nel cervello come la lingua materna; dai 3 ai 7 anni l’apprendimento avviene in modo intuitivo; dopo i 7 anni invece diviene deduttivo attraverso la riflessione cosciente riguardo la struttura e la scrittura.
Il docente svolge un ruolo fondamentale nell’insegnamento precoce della seconda lingua, attraverso il metodo e il tempo di esposizione necessario all’apprendimento, che deve essere necessariamente costante durante tutto lo sviluppo (infanzia e adolescenza) altrimenti, com’è naturale, potrà essere dimenticata.
Questa opportunità di crescita è certamente utile in giovane età, ma soprattutto da adulti si tramuta in possibilità di avere guadagni più alti (dal 3% al 7% degli omologhi monolingue) e migliori impieghi; inoltre i manager bilingue sono maggiormente apprezzati per le loro capacità di gestire i rapporti con aziende internazionali e questo è spesso sinonimo di espansione sul mercato.